
Lo dico senza mezzi termini: sono felice che circa 1000 immigrati detenuti al cpt di Lampedusa siano evasi e abbiano pacificamente manifestato per i loro diritti, la loro libertà, la loro dignità.
Il centro di permanenza temporaneo (com’è dolce e falso questo nome) è un luogo disumano a detta di tutti quelli che vi sono transitati: a fronte di una capienza di 800 posti, ce ne stanno stipati regolarmente più di 1300, con punte di 1800; le condizioni igienico-sanitarie sono pessime; le libertà fondamentali rispettate al minimo o assenti.
E’, dunque, un vero proprio carcere, l’anticamera per il foglio di via e per l’espulsione.
Gli immigrati per me sono degli eroi: affrontano un viaggio infinito ed infernale attraverso il deserto per sfuggire a miseria e povertà dei loro paesi, dove non ci sono diritti né libertà, dove si viene incriminati, arrestati e uccisi per un nulla. Lasciano tutto: famiglia, amici, moglie e figli. Vanno verso l’ignoto. Li spinge la certezza che troveranno una situazione sicuramente migliore di quella che lasciano. Molti muoiono durante il tragitto, schiacciati dal peso del caldo, della fame, della sete, del deserto. E’ un terno al lotto.
Quando poi, dopo la traversata, mettono piede a Lampedusa, la terra promessa, vengono rinchiusi per tempi infiniti al cpt.
Loro vogliono libertà e diritti, l’Italia glieli nega.
Stamattina, quando ho sentito la notizia della rivolta, ero contento e in me si è accesa la speranza. La speranza che qualcosa cambi. Non può restare tutto sempre immobile e forse questa è l'occasione per cambiare le cose.
La manifestazione è stata pacifica, ordinata e senza scontri: ci hanno davvero dato una bella lezione, queste donne e questi uomini pieni di coraggio, al grido di “libertà, libertà!”. La gente di Lampedusa li ha applauditi, il sindaco pure.
Dopo, sono tornati spontaneamente al centro di detenzione: enorme segnale, questo, di umanità e civiltà. un’altra bella lezione per tutti quelli che hanno paura dell’uomo nero. Volevano solo avere visibilità, denunciare la situazione cui sono costretti, urlare la loro voglia di vivere dignitosamente. Non hanno tentato di scappare (del resto, scappare da un’isoletta minuscola come Lampedusa è praticamente impossibile); non hanno creato disordini (come probabilmente qualcuno sperava, per accusarli e screditarli); non hanno rubato niente nè stuprato nessuno (stereotipo ignobile, questo).
Volevano solo manifestare. Affinchè qualcuno si accorgesse di loro.
Affinchè qualcuno li aiuti veramente.
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