martedì 30 giugno 2009

Grandi Opere


Eh, gia…L’importante è costruire le grandi opere, il ponte sullo stretto, la TAV, le centrali nucleari…certo, certo. L’importante è l’immagine di modernità e grandezza che un paese riesce a dare di sé, lo sfarzo ed il farsi ammirare dagli altri. “Guardate, il ponte a campata unica più lungo del mondo!”; “che belli i treni super veloci!”; “Ah! Fantastiche le scorie fosforescenti!”

In Italia non abbiamo strade decenti per camminare in sicurezza….groviere…

In Italia i binari delle ferrovie sono vecchi di decenni e le manutenzioni scarsissime…

In Italia le infrastrutture fanno schifo…

In Italia le case crollano, si accartocciano su loro stesse…

In Italia, appena piove un po’ più del normale, si allaga tutto…e giù frane…

In Italia, se invece non piove per un tempo un po’ più lungo del normale, si desertifica tutto…

In Italia, uno dei paesi più industrializzati e opulenti al mondo, nel 2009 succede tutto questo.

Ma i politicanti pensano solo a declamare le grandi opere, a farsi fotografare col caschetto di protezione durante la posa della famigerata prima pietra, sorridenti come non mai.

E intanto, a Viareggio, un treno carico di gas GPL esplode alla stazione e fa una strage. Le palazzine intorno crollano all’istante, tutto viene avvolto da una immensa palla di fuoco, le persone muoiono bruciate vive, come torce umane.

E ringraziamo la Provvidenza se sono esplosi soltanto due dei quattordici vagoni contenenti il gas, perché sennò oggi stavamo piangendo per una città spazzata via nella sua interezza, con migliaia di vittime innocenti. Che magari avevano anche votato per i loro carnefici. Perché i carnefici, in questi casi, ci sono sempre. Anche quando si fa di tutto per non farli vedere, anche quando si tenta di insabbiare le cause e i responsabili. Anche quando si parla di fatalità. Anche quando si dice che non si poteva evitare.

E allora i carnefici devono essere stanati e puniti a dovere.

E le grandi opere messe nel dimenticatoio, almeno fino a quando in Italia non riusciremo a costruire le piccole opere, quelle che ci fanno vivere meglio a tutti, quelle cose talmente semplici ed elementari, che infatti in Italia non ci sono.

Non si può fare il passo più lungo della gamba, non quando ci sono in gioco le vite delle persone. Non quando non si è in grado di assicurare alla gente strade, ferrovie, infrastrutture adeguate e in sicurezza. Una cosa per volta, di grazia.

Quando saranno terminate le piccole opere si potrà passare alle medie opere.

Infine, forse, se è davvero il caso, si potrà cominciare lontanamente a pensare alle grandi opere.

Ma anche no.

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